Agoaspirato tiroideo

AGOASPIRATO DELLA TIROIDE

L’agoaspirato tiroideo (FNAC-FNAB-FNC) è una tecnica che consente di prelevare cellule da organi o tessuti al fine di stabilirne la natura (normale, infiammatoria, neoplastica).

L’ ago aspirato può essere eseguito su organi superficiali o profondi con o senza l’ ausilio di una guida strumentale.

La tiroide rappresenta uno dei campi di massima applicazione di questa metodica in quanto è un organo superficiale e facilmente accessibile. L’esame citologico mediante agoaspirazione rappresenta attualmente il gold-standard nella gestione diagnostica del nodulo tiroideo. Tuttavia, l’elevata prevalenza della patologia nodulare nella popolazione e la frequenza con cui i noduli tiroidei vengono diagnosticati incidentalmente richiedono precisi criteri per la selezione delle lesioni da sottoporre all’indagine.

Le attuali indicazioni che inducono ad eseguire un agoaspirato tiroideo sono:

  • noduli palpabili o non palpabili, di dimensioni > 1 cm, in accrescimento progressivo;
  • noduli di diametro inferiore a 1 cm che presentino uno o più caratteristiche ecografiche di sospetto (ipoecogenicità, margini irregolari, vascolarizzazione intralesionale, presenza di microcalcificazioni);
  • noduli in soggetti ad alto rischio (familiarità per carcinoma papillifero o midollare, anamnesi personale di neoplasia della tiroide, pregressa irradiazione tiroidea).

L’ ago aspirato tiroideo è un esame non invasivo, non doloroso e privo di effetti collaterali rilevanti.

Il prelievo viene eseguito con un ago sottile (in genere 23G) che può essere o meno collegato ad un sistema di aspirazione manuale.

La tecnica non richiede norme di preparazione particolari (se non l’ eventuale sospensione di terapie anticoagulanti un paio di giorni prima) e può essere effettuato ambulatorialmente. Il paziente viene fatto stendere sul lettino con il collo in iperestensione. Non è necessaria alcuna anestesia. Il prelievo è molto rapido (pochi secondi) anche se generalmente vengono eseguite almeno due prelievi per aumentare la quantità di materiale diagnostico e per campionare più estesamente il nodulo in esame. Solitamente, e soprattutto per i noduli più piccoli, l’agoaspirato viene effettuato sotto guida ecografica. La guida ecografica consente: a) di prelevare cellule anche da noduli clinicamente non palpabili e quindi non altrimenti esaminabili; b) di scegliere, in base alle caratteristiche ecografiche, quale nodulo o quale parte di nodulo agoaspirare; c) di aumentare il potere diagnostico dell’agoaspirato. Una volta effettuato il prelievo il materiale prelevato (generalmente una piccola goccia di sangue o di materiale colloideo) viene strisciato su un vetrino e fissato all’ aria o in alcool a seconda della colorazione successiva.

L’ ago aspirato non è un esame pericoloso; il pericolo di una “diffusione eventuale di cellule neoplastiche” contenute all’interno del nodulo è nullo e mai riportato in letteratura. Analogamente il rischio di danni alle strutture vitali del collo (vene, arterie, nervi) è da ritenersi assente se viene utilizzata la guida ecografica e se gli operatori sono esperti.

In una piccola percentuale di casi (meno del 5%) possono formarsi piccoli ematomi all’interno della tiroide, dolenti ma destinati a riassorbirsi spontaneamente in pochi giorni.

Dopo l’esame il paziente può lasciare autonomamente l’ambulatorio.

L’ ago aspirato è una metodica la cui percentuale di successo dipende in larga misura dall’esperienza dell’operatore, dal numero di campioni prelevati e dai criteri utilizzati per definire l’adeguatezza del campione.

Trattandosi di un esame citologico è prevista la possibilità che il campione possa risultare inadeguato per la diagnosi e che quindi il paziente debba essere richiamato a ripetere il prelievo. Nel caso però in cui l’ago aspirato venga effettuato direttamente da parte del medico anatomo-patologo questa evenienza non si verifica. Infatti subito dopo il prelievo è possibile effettuare una colorazione rapida (ROSE) che permette di valutare l’adeguatezza del campione e talora di fare diagnosi estemporanea.